Così è finita. Come se nulla fosse, le solite riunioni, ovviamente a distanza, con i pallini colorati, i soliti documenti, le solite relazioni, con due acronimi in più: il PAI e il PIA senza neanche preoccuparsi che il primo fosse già stato usato e volesse dire un’altra cosa che aveva a che fare con l’inclusione, termine svuotato di significato dalla pandemia che più che altro ha escluso. Tali adempimenti finali suonano come un insulto ai morti e ai costi emotivi affrontati dagli studenti, chiusi in case che spesso erano camere a gas mentali, perché la quarantena ha colpito in modo inversamente proporzionale al potere d’acquisto e al tipo di abitazione dei genitori dei bambini e degli adolescenti coinvolti.
Negli adempimenti finali con valutazioni la cui ratio mi sfugge, la scuola ha ritrovato l’ uniformità persa nel far west dello zelo didattico con i video dalla cucina e le improvvisazioni più ardite, senza linee guida, senza alcuna formazione al di là del fai da te. E adesso li mandiamo in vacanza dai pallini colorati, ma in realtà li lasciamo in quelle camere a gas, senza uno sforzo di immaginazione per un’estate che sarà un ulteriore tradimento, un ulteriore abbandono e senza un’ipotesi decente per il rientro a settembre. Ciò che conta è che rispondano al questionario sulla DaD che questi ragazzi con brillante ironia hanno già compilato in musica:
https://www.unionemonregalese.it/2020/06/12/lironia-del-cigna-in-un-video-sulla-didattica-a-distanza-felicidad-video/ (Avviso link esterno)
Che cosa aggiungere? Come congedarsi dagli studenti? Forse parafrasando la frase di Pasolini sui voti: la DaD ti ha insegnato a non splendere e tu splendi, invece!